da Ervin Lazlo, L'uomo e l'universo Di Rienzo Editore, Roma, 1998
"Il mito di un sistema ecologico aperto e infinito perdurò finché la natura continuò a offrire risorse ancora da sfruttare e spazi abbastanza ampi per i rifiuti, ma alla fine del ventesimo secolo abbiamo raggiunto la soglia in cui questo mito sta per frantumarsi. Infatti, non accendiamo il fuoco solo per cucinare e per riscaldare le nostre case e non gettiamo solo rifiuti domestici nell'ambiente, ma iniettiamo migliaia di composti chimici nella terra, nei fiumi e nel mare, scarichiamo milioni di tonnellate di detriti di fogna e di rifiuti solidi negli oceani, rilasciamo miliardi di tonnellate di CO2 nell'aria e alziamo il livello di radioattività dell'acqua, della terra e dell'atmosfera. Tuuto questo produce effetti chiaramente visibili, in quanto i rifiuti che scarichiamo nell'ambiente non svaniscono più, ma tornano ad appestarci; quelli che buttiamo in mare non si sciolgono in una massa d'acqua infinita, ma ritornano ad avvelenare la vita marina e ad infestare le coste. Anche il fumo che si alza dalle nostre case e dalle fabbriche non si dissolve e non scompare: l'ossido di carbonio rilasciato rimane nell'atmosfera e interferisce con il clima. Il mito di un ambiente infinito è diventato obsoleto"
"Il mito di un sistema ecologico aperto e infinito perdurò finché la natura continuò a offrire risorse ancora da sfruttare e spazi abbastanza ampi per i rifiuti, ma alla fine del ventesimo secolo abbiamo raggiunto la soglia in cui questo mito sta per frantumarsi. Infatti, non accendiamo il fuoco solo per cucinare e per riscaldare le nostre case e non gettiamo solo rifiuti domestici nell'ambiente, ma iniettiamo migliaia di composti chimici nella terra, nei fiumi e nel mare, scarichiamo milioni di tonnellate di detriti di fogna e di rifiuti solidi negli oceani, rilasciamo miliardi di tonnellate di CO2 nell'aria e alziamo il livello di radioattività dell'acqua, della terra e dell'atmosfera. Tuuto questo produce effetti chiaramente visibili, in quanto i rifiuti che scarichiamo nell'ambiente non svaniscono più, ma tornano ad appestarci; quelli che buttiamo in mare non si sciolgono in una massa d'acqua infinita, ma ritornano ad avvelenare la vita marina e ad infestare le coste. Anche il fumo che si alza dalle nostre case e dalle fabbriche non si dissolve e non scompare: l'ossido di carbonio rilasciato rimane nell'atmosfera e interferisce con il clima. Il mito di un ambiente infinito è diventato obsoleto"
"Una politica è morale se contribuisce al mantenimento delle condizioni e dei processi umanamente favorevoli nella biosfera"
Nella maggior parte dei casi, noi ancora tentiamo di affrontare le condizioni della società del XXI secolo con la mentalità e le consuetudini del sistema industriale del XX secolo.
Questo comportamento, però, significa vivere nelle metropoli [di oggi] con l'organizzazione dei villaggi feudali: è inappropriato e assolutamente pericoloso per la vulnerabilità delle nostre strutture sociali ed ecologiche. Il pericolo riguarda tutti...la lentezza delle percezioni e delle abitudini di un segmento di società è una minaccia per tutti.
Il compito che dobbiamo affrontare è dunque quello di far evolvere i modi di vivere e di agire in modo che siano più adeguati all'epoca dell'informazione globale in cui ci stiamo proiettando.
D'altra parte, è evidente che nessun sistema finito può tollerare una crescita infinita, perciò non possiamo aspettarci che il nostro pianeta - finito, con il suo spazio finito e le sue risorse finite - riesca a sopportare un carico posto dall'uomo infinitamente crescente.
Eppure molti pensano che questi limiti siano astratti, che non esistano limiti assoluti alla crescita socio-economica, oppure che essi rimangano abbastanza lontani nel futuro e perciò non ci riguardino.
Appunti su una nuova visione per le imprese e per i governi
...Se dobbiamo affrontare le sfide del nostro tempo, una nuova visione che guidi le azioni e i comportamenti degli individui è fondamentale, ma in sé non è sufficiente, in quanto deve guidare anche il comportamento di interi gruppi sociali e delle istituzioni pubbliche. Penso che l'evoluzione delle cultura economica sia d'importanza fondamentale.
...Al termine [del ventesimo secolo], le ultime tracce della classica cultura d'impresa dell'età industriale dovranno essere eliminate. Non sarà più sufficiente concentrarsi sulle operazioni interne dell'azienda;
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