Nel percorrere la Via Ardeatina - strada consolare di Roma parallela all'Appia Antica e confinante con l'omonimo parco, è un grande dispiacere vedere che al posto di lecci, sughere, farnie, querce e altri bellissimi alberi e arbusti ora si trovino solo miriadi di fusti di Ailanto (Ailanthus Altissima). Questa infestante compete con la flora autoctona fino a soppiantarla, producendo sostanze tossiche che rilascia nel terreno. Purtroppo non ho mai visto alcun intervento per contrastarla, anzi, quando vengono puliti i bordi stradali viene lasciata indisturbata sin dalla più piccola piantina.
Questa situazione ovviamente è uguale in tutta Roma e dintorni. L'Ardeatina è solo un esempio.
L'Ailanto si insinua anche nelle zone urbane degradate, addirittura nei cortili, senza che nessuno lo riconosca e si adoperi per evitarne i danni.
Leggendo in rete si scopre, e non poteva che essere così, che la situazione riguarda anche altre regioni d'Italia.
"Un vero infestante che ormai da 20 anni sta modificando il paesaggio, sta invadendo anche le aree protette, parchi come quello di San Rossore o l' isola di Montecristo. Resiste all' inquinamento e alle piogge acide, si fa spazio tra la vegetazione a scapito delle specie che incontra e non è buono nemmeno per il camino."
In molti paesi europei e negli USA la pianta è stata dichiarata "specie infestante" ufficialmente e viene combattuta.
Chiedo agli Amministratori locali di adoperarsi per difendere il patrimonio di incalcolabile valore che è la nostra flora mediterranea. Questo implica, a mio avviso, la comunicazione ai cittadini per insegnare a riconoscere la pianta e i danni che provoca e un'attività di contrasto da parte della cittadinanza e delle Amministrazioni.
Chiedo agli amici bloggers di ospitare sui loro blog il banner (copiando il l'HTML inserito qui sopra) per informare e sensibilizzare i lettori.
E perchè non mandare un messaggio o segnalazione ai Vostri Amministratori locali?
Consigli da Oltralpe:
Commissione svizzera per la conservazione delle piante selvatiche
WORK IN PROGRESS
Gli alberi che vogliamo salvare:
Se avete delle belle foto di esemplari di alberi della flora mediterranea inviatemele. Le pubblicherò qui di seguito.
Sughera (Quercus suber)
E' un albero che adoro. Nel giardino della casetta al mare che avevamo sul litorale laziale quando ero bambina ne cresceva un esemplare centenario. E' un ricordo a cui sono legata. Aveva una bellissima forma che, fra l'altro, poichè la prima diramazione era piuttosto bassa permetteva di appollaiarcisi sopra molto facilmente.
Come è noto è sempreverde e la sua chioma, leggermente rada, è grigiobruna ed irregolare. Il tronco può raggiungere 4 metri di circonferenza ma la parte più interessante è il sughero che produce. Personalmente trovo la corteccia di questo albero veraramente bella per la sua particolarità. Se la corteccia viene asportata per ricavarne il sughero il troco rimane esposto con il suo bellissimo colore rosso.
foto di Ian Francis, Australia
Work in progress
E del sottobosco ne vogliamo parlare?
Cara Rosemarie, innanzitutto buona domenica da una Varese appena rinfrescata dal temporale.
ReplyDeleteGrazie per la segnalazione. Ad occhio e croce mi par di riconoscere questa pianta. Siccome sono giusto in vena di scorribande per la privincia non mancherò di scattare qualche foto e fare un reportage.
Un bacione
(stiamo seguendo i mondiali con tanta passione... in casa ho ben tre piccoli nuotatori in erba!)
Ciao Laura!
ReplyDeleteAttendo allora notizie e foto!!! dopo le tue passeggiate nel varesotto.
Un saluto a tutta la famiglia.
Ciao Rosy cara,
ReplyDeleteanche qua a Bologna, soprattutto le strade provinciali, ce n'è tantissimo! Pubblico volentierissimo il tuo link. Farò leggere il tuo post anche al mio compagno che fino a giugno era consigliere provinciale. Vedremo cosa si potrà fare.
Grazie per la segnalazione, non lo sapevo proprio, anzi quando vedevo questa pianta pensavo..che bella! Accidenti..alla faccia dell'ignoranza.
Uno smacco per me che pensavo di essere una botanica...(altro hobby che abbiamo in comune...dunque : cucina, punto croce e botanica....).
Un bacione cara.
Sabrina ti ringrazio tantissimo.
ReplyDeleteChi sa quante piante nostrane potremmo salvare se la popolazione fosse più informata e partecipe.
Ciao!
ReplyDeleteComplimenti per il blog e per il banner! Io nel mio piccolo ottengo qualche vittoria...
Alessandro
Alessandro, bentornato dalle ferie :)
ReplyDeleteGrazie per aver inserito il banner sull'ailanto sul tuo blog. Se puoi, diffondilo il più possibile. Più le persone imparano a conoscere e riconoscere l'ailanto più ci sarà possibilità di salvare la flora autoctona. L'informazione è la cosa più importante. Ci teniamo in contatto!!!
Ricevo e pubblico:
ReplyDeleteDa Eva G.
"Riguardo all'ailanthus aggiungo una testimonianza dalla Toscana, precisamente da Firenze. Questa pianta anche qua sta velocemente crescendo in ogni dove. Spunta tra le pietre delle mura, nelle strade, fra le siepi della città. A grandi passi sta aggredendo le colline, un esempio :sulla collina di Bellosguardo,colpevole un enorme ailanto cresciuto o piantato con le sue inflorescenze e i suoi volatili semi ha infestato gran parte del
territorio. Credo anche io che sia necessario che le pubbliche amministrazioni prendano coscienza di questo grande problema, sensibilizzino con una campagna appropriata i cittadini e obblighino chi possiede tale pianta in giardino privato o in terreno proprio a eliminarla o a potarla drasticamente in modo che non possa più produrre quegli sterminati numeri di semi che immediatamente generano altre piante.
Voglio però parlare anche dell'ailanto in un'isola delle Eolie, l'isola di Filicudi. Non ci sono parole per descrivere
l'assalto che questa pianta ha dato all'isola. Spunta da ogni dove, dai muri delle case, dai pavimenti, dai tombini tra le pietre. Intere vallate sono state colonizzate. I terrazzamenti, una volta coltivati, colpiti da questa calamità
non sarà più possibile coltivarli.
Leggo che il problema è diventato mondiale e penso e spero che gli studiosi del mondo vegetale ne sappiano venire a capo. Nell'attesa, per quanto è possibile, cerchiamo di tenere sotto controllo questa incontrollata esplosione.
Per questo le pubbliche amministrazioni sono in prima linea e devono occuparsi del problema."
Il problema dell'ailanto è particolarmente serio anche in Sicilia. Per chi volesse conoscere la storia dell'introduzione in Italia di questa specie molto invasiva vi consiglio di leggere questo interessante articolo (http://www.sssn.it/PDF/PDF%20NS%2036/117-164.pdf). Nelle aree protette per fortuna si inizia ad intervenire ed in alcune aree si vedono i primi risultati (vedi Isola di Montecristo in Toscana). Speriamo bene...
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