Difficile commentare in poche righe un argomento come questo. Non sono un'addetta ai lavori nel senso stretto del termine.
Appartengo, però, a quella parte di esseri umani che appartiene al genere femminile.
Posso parlare per esperienza" di genere" e dire quello che sento. Vorrei prima di tutto dire agli uomini che questa battaglia è da fare insieme.
Deve essere ben inteso che l'uomo non è il nemico. Lo è la violenza verso le donne. L'uomo deve essere ben distinto dalla patologia dell'uomo.
Ci sono molti modi di far del male ad una donna, ma il problema è sociale, non individuale, quindi la società tutta deve attivarsi.
Uomini e donne insieme devono combattere questo fenomeno.
Noi ci difendiamo e ci difenderemo anche da sole, ma gli uomini hanno una grande opportunità, quella di affiancarci, di farne una cosa a cui tengono anche loro, che li riguarda, perchè li riguarda!!!!!!! Hanno una madre, delle sorelle, una fidanzata, una moglie, delle figlie.
Spesso molte donne che subiscono violenza sono così immerse nel problema da non saper distinguere tra comportamenti "normali" e patologici.
Quando e come si può intervenire? Secondo me già in famiglia dall'educazione dei propri figli sin dalla tenera età.
Ai figli maschi bisogna insegnare il rispetto per la mamma, le sorelle, la fidanzata e poi la moglie e le figlie, anche quelle degli altri!
Alle figlie femmine bisogna insegnare a distinguere fra l'amore sano e il possesso patologico, bisogna saper infondere la sicurezza ed il rispetto di sè.
Bisogna dire loro che sulla famiglia devono sempre poter contare. Che se si accorgono che qualcosa non va non si devono nascondere, non si devono preoccupare delle apparenze, dei pettegolezzi dei conoscenti, devono chiedere aiuto subito, non nascondersi.
Genitori, è meglio, ad esempio, un matrimonio che si rompe, piuttosto che un braccio, una costola e la testa di vostra figlia.
Giù le mani dalle donne
25.09.2009 dal sito rai news24
Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata contro la violenza sulle donne. In Italia, secondo dati Istat, una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata, almeno una volta, vittima di violenza o maltrattamenti. Sono sei milioni 743 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita violenza fisica o sessuale.
Tre milioni di donne hanno subito aggressioni durante una relazione o dopo averla troncata, quasi mezzo milione nei 12 mesi precedenti all'intervista. Ai danni di mogli e fidanzate i reati gravi: 8 donne su 10 malmenate, ustionate o minacciate con armi hanno subito le aggressioni in casa. Un milione di donne hanno subito uno stupro o un tentato stupro. A ottenere con la forza rapporti sessuali è il partner il 70% delle volte e in questo caso lo stupro è reiterato. Il 6,6% delle donne ha subito una violenza sessuale prima dei 16 anni, e più della metà di loro (il 53%) non lo ha mai confidato a nessuno. Gli autori sono degli sconosciuti una volta su quattro, nello stesso numero di casi sono parenti (soprattutto zii e padri) e conoscenti.
Per fare uscire dal silenzio questa drammatica situazione si celebra oggi la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite fin dal 1999 al fine di sensibilizzare Governi, istituzioni governative e non, societa' civile, mezzi di comunicazione di massa.
Per quanto riguarda l'Italia, la manifestazione nazionale si terrà a Roma il 28 novembre alle 14 con raduno a Piazza della Repubblica e corteo fino a Piazza San Giovanni. Una manifestazione, spiega il sito www.torniamoinpiazza.it, contro la violenza maschile sulle donne, "per la libertà di scelta sessuale e di identità di genere, per la civiltà della relazione tra i sessi, per una informazione libera e non sessista, contro lo sfruttamento del corpo delle donne a fini politici ed economici. Per una responsabilità condivisa di uomini e donne verso bambine/i, anziane/i e malate/i, nel privato come nel pubblico. Contro ogni forma di discriminazione e razzismo, per una scuola che educhi alla convivenza civile tra i sessi e le culture diverse".
Napolitano: no all'immagine volgare da media e spot
La violenza sulle donne rappresenta una "vera emergenza su scala mondiale" e in Italia oltre "ai necessari interventi di tipo repressivo, da esercitare con rigore e senza indulgenza, si debbono affiancare azioni concrete per diffondere, in primo luogo nella scuola e nella società civile, una concezione della donna che rispetti la sua dignità di persona e si opponga a volgari visioni di stampo meramente consumistico spesso veicolate anche dal linguaggio dei media e della pubblicità. Solo così sarà possibile creare una cultura di autentico rispetto, innanzitutto sul piano morale, nei confronti delle donne".
Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in occasione della Giornata internazionale contro la violenza alle donne, ha rivolto, in un messaggio, un saluto ai partecipanti a tutte le manifestazioni ed agli eventi oggi in programma. "La Giornata internazionale contro la violenza alle donne - osserva il capo dello Stato - deve rappresentare un'occasione per riflettere su un fenomeno purtroppo ancora drammaticamente attuale, individuando gli strumenti idonei a combatterlo in quanto coinvolge tutti i Paesi e rappresenta una vera emergenza su scala mondiale".
"La conferenza su questo tema tenuta a Roma in occasione del G8 - prosegue Napolitano - ha fornito dati che valutano in più di 140 milioni le donne vittime di violenze di ogni tipo. Matrimoni forzati che coinvolgono anche bambine, mutilazioni genitali, stupri generalizzati in contesti di guerra non devono apparirci lontani e a noi estranei. Il dolore di quelle donne, di quelle bambine riguarda tutti noi, anche perché la barbarie della violenza contro le donne non è stata estirpata neppure nei Paesi economicamente e culturalmente avanzati".
Secondo Napolitano, "molto resta da fare in ogni parte del mondo per sradicare una concezione della donna come oggetto di cui ci si può anche appropriare: è infatti la persistenza di questi aberranti schemi mentali - sottolinea ancora - a favorire il riprodursi di insopportabili atti di sopraffazione anche in ambito familiare. E' triste dover ricordare che anche in Italia, nonostante la recente introduzione di norme opportunamente più severe, i casi di violenza, i soprusi e le intimidazioni sono in aumento". Il Capo dello Stato ha, altresì, espresso "il più sentito augurio affinchè questa giornata possa segnare una tappa significativa non solo per l'azione delle istituzioni ma anche per una più forte sensibilizzazione dell'opinione pubblica".
"Non fotografare più le modelle magrissime"
E in Israele il fotografo Adi Barkan (nella foto) ha deciso di fare una singolare campagna, "non fotografare più le modelle magrissime".
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