Sunday, 26 July 2009

Ailanto - Lettera aperta a tutti gli amministratori locali


foto da: naturamediterraneo.com

Nel percorrere la Via Ardeatina - strada consolare di Roma parallela all'Appia Antica e confinante con l'omonimo parco, è un grande dispiacere vedere che al posto di lecci, sughere, farnie, querce e altri bellissimi alberi e arbusti ora si trovino solo miriadi di fusti di Ailanto (Ailanthus Altissima). Questa infestante compete con la flora autoctona fino a soppiantarla, producendo sostanze tossiche che rilascia nel terreno. Purtroppo non ho mai visto alcun intervento per contrastarla, anzi, quando vengono puliti i bordi stradali viene lasciata indisturbata sin dalla più piccola piantina.

Questa situazione ovviamente è uguale in tutta Roma e dintorni. L'Ardeatina è solo un esempio.

L'Ailanto si insinua anche nelle zone urbane degradate, addirittura nei cortili, senza che nessuno lo riconosca e si adoperi per evitarne i danni.

Leggendo in rete si scopre, e non poteva che essere così, che la situazione riguarda anche altre regioni d'Italia.

"Un vero infestante che ormai da 20 anni sta modificando il paesaggio, sta invadendo anche le aree protette, parchi come quello di San Rossore o l' isola di Montecristo. Resiste all' inquinamento e alle piogge acide, si fa spazio tra la vegetazione a scapito delle specie che incontra e non è buono nemmeno per il camino."








In molti paesi europei e negli USA la pianta è stata dichiarata "specie infestante" ufficialmente e viene combattuta.

Chiedo agli Amministratori locali di adoperarsi per difendere il patrimonio di incalcolabile valore che è la nostra flora mediterranea. Questo implica, a mio avviso, la comunicazione ai cittadini per insegnare a riconoscere la pianta e i danni che provoca e un'attività di contrasto da parte della cittadinanza e delle Amministrazioni.








Chiedo agli amici bloggers di ospitare sui loro blog il banner (copiando il l'HTML inserito qui sopra) per informare e sensibilizzare i lettori.
E perchè non mandare un messaggio o segnalazione ai Vostri Amministratori locali?




Qualche foto per aiutarvi a riconoscerlo





Come vedete la chioma si riempie di frutti e l'attecchimento di ogni seme - portato lontano dal vento - è sicuro. Le piantine vanno estirpate immediatamente. Se la pianta cresce è molto più difficoltoso eliminarla. Ma va fatto! Un primo intervento può essere quello di tagliare i rami che portano i frutti alla loro prima comparsa per evitare lo sviluppo dei semi e la loro propagazione. Deve seguire poi l'eliminazione dell'albero ed il controllo che da eventuali fittoni non spunti nuova vegetazione.



Le radici di questi alberi, come quelle delle robinie, danneggiano la muratura degli edifici.










foto da: naturamediterraneo.com




Consigli da Oltralpe:



Commissione svizzera per la conservazione delle piante selvatiche


Daisie



WORK IN PROGRESS




Gli alberi che vogliamo salvare:




Se avete delle belle foto di esemplari di alberi della flora mediterranea inviatemele. Le pubblicherò qui di seguito.


Sughera (Quercus suber)


E' un albero che adoro. Nel giardino della casetta al mare che avevamo sul litorale laziale quando ero bambina ne cresceva un esemplare centenario. E' un ricordo a cui sono legata. Aveva una bellissima forma che, fra l'altro, poichè la prima diramazione era piuttosto bassa permetteva di appollaiarcisi sopra molto facilmente.


Come è noto è sempreverde e la sua chioma, leggermente rada, è grigiobruna ed irregolare. Il tronco può raggiungere 4 metri di circonferenza ma la parte più interessante è il sughero che produce. Personalmente trovo la corteccia di questo albero veraramente bella per la sua particolarità. Se la corteccia viene asportata per ricavarne il sughero il troco rimane esposto con il suo bellissimo colore rosso.

foto di Ian Francis, Australia

Work in progress






E del sottobosco ne vogliamo parlare?

Sunday, 12 July 2009

Draniki dalla Bielorussia con amore





I "draniki" (драники) sono delle frittelle di patate tipicamente bielorusse. Oggi, insieme a Sergey, che è con noi in questi giorni, le abbiamo provate su sua proposta. Ha dovuto telefonare in Bielorussia per farsi confermare la ricetta.

DRANIKI

1 kg. di patate,
1 uovo (facoltativo),
1 cipolla,
1 cucchiaio di farina (facoltativo),
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio,
1-2 cucchiai di panna acida,
1 spicchio d'aglio schiacciato (facoltativo),
sale,
pepe.

Le patate e la cipolla vanno grattugiate. Io ho usato il disco più sottile del Ken. Vanno poi messe a scolare in un passino grande abbastanza da contenerle per togliere tutta l'acqua. Successivamente si condisce il composto con gli altri ingredienti e si cuociono in una padella ben calda con un po' d'olio utilizzando come indice di misura un cucchiaio. Si da una forma rotonda. Si servono accompagnati da panna acida.
Per friggere ho usato un misto di olio e.v.o. e olio di arachidi (oli con un buon punto di fumo).

Alla prima prova Sergey dice che il sapore era giusto, ma il look è da perfezionare.
L'impasto si presenta così.

Tuesday, 7 July 2009

Le cialde

Finalmente abbiamo fatto le cialde!!!

Già da tempo mi ero dotata di cialdiera, mi sembra su segnalazione di Rosetta. Adesso che il forum pullula di ricette per le cialde da mangiare con il gelato ed e soprattutto avendo finalmente in casa Sergey che, al contrario dell'Orso di casa, da proprio soddisfazione non solo quando si mangia ma quando si prepara, due sere fa dopo il BBQ io e Sergey ci siamo messi a preparare le cialde. Ci siamo divertiti un mondo e bruciacchati i polpasteli cercando di dare alle cialde la forma a cono prima che diventasseto croccanti e impossibili da modellare, fra una risata e l'altra ne abbiamo "sfornate" un bel po'. Sergey si era fatto con le cialde un "servizio" con piattino, coppetta e cialda triangolare poggiata nel gelato che proprio avrebbe meritato di essere fotografato. Purtroppo era buio e non ho fatto foto. Era buio pesto! Lo so ho sbagliato! :(

Vi metto le foto dei coni avanzati con tutte le loro magagne. I più belli ce li siamo mangiati subito :))



Per questo primo esperimento ho usato la ricetta di Rino su CI perchè prevedeva un solo uovo e la possibilità di utilizzare l'acqua al posto del latte. Il sapore era buonissimo, i ragazzi di casa hanno detto che avrei potuto mettere un po' meno zucchero. La cialdiera usata è di circa 20 cm. di diametro.
La cosa più difficile per noi che non avevamo la forma per coni è stato chiudere la punta del cono prima che le cialde si foddero indurite e soprattutto senza ustionarci le mani. Una volta andata in temperatura la cialdiera, in pochi minuti le cialde si cuocevano. Mai aprire l'attrezzino all'inizio della corrura. Scoprirete che la pasta ancora cruda si romperà tutta. Non abbiate fretta nella prima fare di cottura.




CIALDE PER CONI Ricetta originale di Rino D.

130 g. di zucchero, (io arriverei a 90 g.)
135 g.di farina,
70 g. di burro,
140 ml di acqua,
1 uovo,
sale,
cannella.

Il procedimento l'ho un po' variato ma solo allo scopo di evitare grumi.

Sbattete l'uovo in una ciotola con lo zucchero, un pizzico di sale, un pizzico di cannella ( a chi piace). Aggiungetevi l'acqua dove avrete precedentemente fatto sciogliere il burro.
Aggiungete i liquidi in piccole dosi alla farina in modo che il composto non faccia grumi, deve essere abbastanza fluido in modo da spandersi bene sulla piastra, versatene una certa quantità sul ferro che avrete precedentemente portato a temperatura, la quantità dipende da quanto è grosso il ferro, da quanto è grosso il mestolo. Una volta cotta la cialda la togliete e l'arrotolate su un cono forma.